Accadia è almeno quattro paesi in uno, dove niente sembra essere al suo posto.
Il centro è in periferia, il corso è una spina dorsale, ma regge una testa ormai vuota. Ci perdiamo tra le strade del rione abbandonato, triste e bellissimo.
Fuori le case si allontanano e le strade si allargano. Incontriamo Mario e la sua numerosa famiglia, hanno “resistito a tre inverni” in una delle casette a schiera costruite dopo il primo terremoto del 1930.
Scopriamo che Mario, come tanti, ha lasciato la Romania per lavorare nell’eolico, sono gli unici, insieme a pochi anziani del posto, a vivere ancora in questa parte di paese.
Nel nuovo centro, prima di andare via, la signora Carmela ci parla del paese che c’era e del lavoro che non c’è, è preoccupata per noi come per i suoi figli, vorrebbe aiutarci ma non sa proprio come, intanto ci dà delle caramelle alla liquirizia per il viaggio, e a noi basta.